sabato 28 febbraio 2009

i bambini cinesi lavorano per noi

Quanti sono i minorenni cinesi, quelli che dovrebbero essere in età scolare, che lavorano nelle fabbriche che producono giocattoli per i nostri bimbi, scarpe che poi calzeremo, vestiti che poi indosseremo. Ci sono cifre che parlano di circa 30 milioni di bambini che oltre ad essere sottopagati o pagati per niente, non possono andare a scuola, anzi devono lavorare almeno 12, 13 ore al giorno più gli straordinari (comunque non pagati), arrivando così anche a 15, 17 ore al giorno.
Situazioni che ricordano l'inizio dell'era industriale in Inghilterra, ma anche da noi, operai che devono lavorare per un tozzo di pane raffermo (o scodlla di riso), sottopagati, uomini, donne e bambini, che dormono in camerate all'interno della fabbrica stessa, e che se ci sono incendi nella fabbrica ci vanno di mezzo direttamente con la vita, questo nel XXI secolo, in un paese che oltre a non rispettare i diritti dei lavoratori, dei minori, delle donne, non rispettano i cittadini, ne tanto meno le minime normative internazionali per la sicurezza.
Molte di queste fabbriche esistono perché producono materiale per le multinazionali, che venderanno il prodotto cento o duecento volte quello che l'hanno pagato ai proprietari delle fabbriche, ovvero centinaia di volte quello che è la paga mensile dell'operaio o operaia che l'ha prodotto.
E l'ingiustizia non è ancora finita, quegli stessi operai non possono nemmeno protestare, perché verrebbero licenziati, multati, incarcerati, perché nemmeno il loro governo li protegge, anzi quest'ultimo ha emanato leggi che vietano il solo parlare delle condizioni lavorative e di vita di questi operai, leggi che negano l'esistenza del fenomeno dello sfruttamento minorile, pena la galera per chi ne fa menzione con i mass-media, tanto che gli operai non possono nemmeno scioperare.
Alcune multinazionali hanno provato a far qualcosa, ma, o perché è stato possibile verificare l'esistenza di irregolarità, o perché queste hanno comunque chiuso gli occhi davanti le prevaricazioni, non è stato modificato in sostanza nulla.
Forse perché anche i guadagni che le multinazionali hanno, usando questo sistema, è davvero spropositato e verrebbe molto a diminuire se oltre agli accordi con le fabbriche, importassero e imponessero le nostre normative sindacali.

Intanto con la crisi economica mondiale di questi tempi, con la riduzione degli ordini, anche molte fabbriche cinesi hanno chiuso, licenziando un paio di mesi fa più di 30.000.000 di operai, magari sono numeri irrisori su una popolazione di un miliardo e mezzo di persone, però 30 milioni di licenziamenti, vuol dire una cifra che potrebbe essere vicina ai 30 milioni di famiglie, significherebbe una cifra di più di 100 milioni di persone di cui gran parte bambini....
Ancora meno del 10% dell'intera popolazione... ma a me sembra comunque una cifra enorme, vuol dire due italie che restano senza mangiare.

Questa crisi che già affligge noi occidentali in modo grave, si ripercuote inevitabilmente anche su popolazioni che hanno visto solo in questi ultimi anni la possibilità di godere di un boom economico che ricorda il nostro degli anni sessanta. Ma grazie alle multinazionali della globalizzazione e alle borse mondiali, e grazie all'ingordigia dei governi, dei banchieri, dei manager si ritrovano già con soltanto un pugno di sabbia tra le mani.
Anzi forse sarebbe meglio dire con un pugno di cenere, dato che la loro rivoluzione industriale assomiglia troppo a quello che abbiamo passato noi due secoli fa, però moltiplicato per cento a quantità di inquinamento prodotto da loro e in tutto il mondo.

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