venerdì 5 ottobre 2012

AGRICOLTURA BIOLOGICA E TRADIZIONALE


Agricoltura biologica o agricoltura tradizionale? Oggi pubblico un articolo che mi ha passato un mio cliente, l'autore. Pubblicato oggi anche su "20 Minuti". La mia idea è che l'agricoltura tradizionale dovrebbe essere quella biologica, visto che l'agricoltura di oggi è un'aberrazione che potrebbe arrivare fino all'agricoltura degli OGM. Vi lascio alla lettura di un parere molto più importante del mio.
Buona lettura

Sergio



AGRICOLTURA BIOLOGICA E TRADIZIONALE



Breganzona 01 10 2012

COMUNICAZIONE

La confusione fra la differenza dell’agricoltura biologica e tradizionale, è purtroppo sovente presente nei media.
Parecchi giornali pubblicano articoli provenienti da svariati enti più o meno competenti, che giudicano arbitrariamente i valori dei diversi metodi di produzione agricola.
Leggevo ultimamente su 20 Minuti, rivista del 14 settembre, che ancora una volta si fa grande confusione fra la differenza valori dei prodotti agricoli biologici e quelli tradizionali.
Infatti, l’università di Stanford afferma col suo articolo apparso a pagina 25, che la sola differenza fra i due sistemi di coltivazione sta solo nel contenere meno residui di agenti chimici nei prodotti biologici.
Ora, in qualità di agronomo ecologico, mi sento il dovere di smentire tale affermazione incompleta e diffamatoria.
Il lettore dovrebbe essere informato sulla vera differenza fra un prodotto bio e uno tradizionale e non su un solo argomento isolato.
Per esempio e per essere breve, asserisco che il fatto di produrre in modo biologico va ben oltre alla sola rinuncia all’uso della chimica.
Faccio alcuni esempi:
Per produrre un solo kg di azoto nitrico (fertilizzante) occorrono circa 3 kg di petrolio. E per produrre un ha (10’000m2) di lattuga occorrono circa 80 kg di azoto nitrico corrispondenti a 240 kg di petrolio, mentre in agricoltura biologica si somministra questa quantità azotata solamente con fertilizzanti naturali come letame , composto, leguminose seguite da sovesci ecc.
Nel mondo si coltivano milioni di ha di lattuga e simili ogni anno, con un consumo di petrolio enorme e con i relativi effetti inquinanti.
Per riscaldare le serre fuori stagione si consumano migliaia di tonnellate di olio di riscaldamento, mentre in agricoltura biologica si coltivano solo prodotti di stagione, rinunciando al riscaldamento forzato.
Altro esempio:
La consociazione biologica delle specie coltivate fa risparmiare sia concime che antiparassitari.
Il divieto assoluto di coltivare su suoli derivati dalla disastrosa deforestazione giustifica un maggiore rispetto ecologico. Quanta energia si adopera per deforestare milioni di ha, e con quale futuro si continuerà in questo modo? Un terreno deforestato rimane fertile per pochissimi anni, poi il deserto prenderà il suo posto!
Se poi si osserva l’aspetto della manipolazione genetica (OGM) il tutto va a favore della coltivazione biologica.
Ho visto personalmente irrorare con aeroplani, campi di cotone con pesticidi tossici, non rispettando la presenza di bambini che giocavano nei campi o nelle loro vicinanze. Altri bambini preparavano esche di pesticida, mescolato con crusca, zucchero e acqua, con le mani nude! Per loro sfortuna, nessuno raccomandava loro di lavare le mani dopo il lavoro!

E per gli allevamenti animali?
Le esigenze bio sono molto più strette e severe di quelle tradizionali, infatti nel mondo si allevano ancora animali in batterie anguste in condizioni di puro sfruttamento economico. La somministrazione di letame suino aromatizzato con prodotti appetenti, non è permessa nell’allevamento suinicolo in agricoltura biologica.
Persone competenti mi hanno detto che tale pratica non è rara in America latina.
L’uso scriteriato degli antibiotici nel mangime che è permesso al mondo non è tollerato in agricoltura biologica.
Se si misurasse il tenore di ferro e di thiamina nei prodotti bio e si confrontassero con quelli ottenuti in modo tradizionale, si noterebbero enormi differenze a favore dalla coltivazione biologica.
La lista delle argomentazioni, come si può leggere è molto più lunga della solo citazione dei trattamenti chimici e questo smentisce il misero argomento dell’Università di Stanford…
Per fortuna che gli agricoltori svizzeri che coltivano sia in modo tradizionale che biologico, sono molto rispettosi delle direttive emanate dall’OFAG e che certe pratiche usuali altrove, non sfiorano nemmeno le loro menti.
Quando si acquistano prodotti agricoli, occorrerebbe anche pensare che non è solo il prezzo a far pendere la bilancia verso una scelta.
Ci vorrebbe più spazio a disposizione per elencare le argomentazioni a favore del bio, ma la cosa migliore da fare sarebbe quella di visitare le aziende biologiche, degustare i loro prodotti e trarne le dovute considerazioni.

Sergio Gobbin Agronomo Breganzona.

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