Agricoltura biologica o agricoltura tradizionale? Oggi pubblico un articolo che mi ha passato un mio cliente, l'autore. Pubblicato oggi anche su "20 Minuti". La mia idea è che l'agricoltura tradizionale dovrebbe essere quella biologica, visto che l'agricoltura di oggi è un'aberrazione che potrebbe arrivare fino all'agricoltura degli OGM. Vi lascio alla lettura di un parere molto più importante del mio.
Buona lettura
Sergio
AGRICOLTURA BIOLOGICA E
TRADIZIONALE
Breganzona 01 10 2012
COMUNICAZIONE
La confusione fra la differenza
dell’agricoltura biologica e tradizionale, è purtroppo sovente
presente nei media.
Parecchi giornali pubblicano
articoli provenienti da svariati enti più o meno competenti, che
giudicano arbitrariamente i valori dei diversi metodi di produzione
agricola.
Leggevo ultimamente su 20 Minuti,
rivista del 14 settembre, che ancora una volta si fa grande
confusione fra la differenza valori dei prodotti agricoli biologici e
quelli tradizionali.
Infatti, l’università di
Stanford afferma col suo articolo apparso a pagina 25, che la sola
differenza fra i due sistemi di coltivazione sta solo nel contenere
meno residui di agenti chimici nei prodotti biologici.
Ora, in qualità di agronomo
ecologico, mi sento il dovere di smentire tale affermazione
incompleta e diffamatoria.
Il lettore dovrebbe essere informato
sulla vera differenza fra un prodotto bio e uno tradizionale e non su
un solo argomento isolato.
Per esempio e per essere breve,
asserisco che il fatto di produrre in modo biologico va ben oltre
alla sola rinuncia all’uso della chimica.
Faccio alcuni esempi:
Per produrre un solo kg di azoto
nitrico (fertilizzante) occorrono circa 3 kg di petrolio. E per
produrre un ha (10’000m2) di lattuga occorrono circa 80 kg di azoto
nitrico corrispondenti a 240 kg di petrolio, mentre in agricoltura
biologica si somministra questa quantità azotata solamente con
fertilizzanti naturali come letame , composto, leguminose seguite da
sovesci ecc.
Nel mondo si coltivano milioni di ha
di lattuga e simili ogni anno, con un consumo di petrolio enorme e
con i relativi effetti inquinanti.
Per riscaldare le serre fuori
stagione si consumano migliaia di tonnellate di olio di
riscaldamento, mentre in agricoltura biologica si coltivano solo
prodotti di stagione, rinunciando al riscaldamento forzato.
Altro esempio:
La consociazione biologica delle
specie coltivate fa risparmiare sia concime che antiparassitari.
Il divieto assoluto di coltivare su
suoli derivati dalla disastrosa deforestazione giustifica un maggiore
rispetto ecologico. Quanta energia si adopera per deforestare milioni
di ha, e con quale futuro si continuerà in questo modo? Un terreno
deforestato rimane fertile per pochissimi anni, poi il deserto
prenderà il suo posto!
Se poi si osserva l’aspetto della
manipolazione genetica (OGM) il tutto va a favore della coltivazione
biologica.
Ho visto personalmente irrorare con
aeroplani, campi di cotone con pesticidi tossici, non rispettando la
presenza di bambini che giocavano nei campi o nelle loro vicinanze.
Altri bambini preparavano esche di pesticida, mescolato con crusca,
zucchero e acqua, con le mani nude! Per loro sfortuna, nessuno
raccomandava loro di lavare le mani dopo il lavoro!
E per gli allevamenti animali?
Le esigenze bio sono molto più
strette e severe di quelle tradizionali, infatti nel mondo si
allevano ancora animali in batterie anguste in condizioni di puro
sfruttamento economico. La somministrazione di letame suino
aromatizzato con prodotti appetenti, non è permessa nell’allevamento
suinicolo in agricoltura biologica.
Persone competenti mi hanno detto
che tale pratica non è rara in America latina.
L’uso scriteriato degli
antibiotici nel mangime che è permesso al mondo non è tollerato in
agricoltura biologica.
Se si misurasse il tenore di ferro e
di thiamina nei prodotti bio e si confrontassero con quelli ottenuti
in modo tradizionale, si noterebbero enormi differenze a favore dalla
coltivazione biologica.
La lista delle argomentazioni, come
si può leggere è molto più lunga della solo citazione dei
trattamenti chimici e questo smentisce il misero argomento
dell’Università di Stanford…
Per fortuna che gli agricoltori
svizzeri che coltivano sia in modo tradizionale che biologico, sono
molto rispettosi delle direttive emanate dall’OFAG e che certe
pratiche usuali altrove, non sfiorano nemmeno le loro menti.
Quando si acquistano prodotti
agricoli, occorrerebbe anche pensare che non è solo il prezzo a far
pendere la bilancia verso una scelta.
Ci vorrebbe più spazio a
disposizione per elencare le argomentazioni a favore del bio, ma la
cosa migliore da fare sarebbe quella di visitare le aziende
biologiche, degustare i loro prodotti e trarne le dovute
considerazioni.
Sergio Gobbin Agronomo Breganzona.
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