venerdì 17 agosto 2012

Viator


La battaglia stava cominciando, la fanteria dei cartaginesi era davanti a loro in netta inferiorità numerica, le legioni romane erano in formazione, e stavano avanzando verso le formazioni africane, tutti pensavano ad una facile vittoria, vista la maggiore potenza dell'esercito romano.
Le falangi di Annibale sentivano già la forza delle legioni, stavano indietreggiando, si ritiravano, bastava inseguirli e distruggerli tutti. Le Legioni avanzavano, rincorrevano le falangi cartaginesi, spronati dalla cavalleria alle loro spalle, ma qualcosa non quadrava, mancava la cavalleria nemica, ma anche le falangi sembrano un numero minore di quello che pensava.
Ora si erano arrestati su una posizione arretrata, le legioni romane erano al centro della piana, ora era tutto fermo, c'era una strana aria, si sentiva che qualcosa era cambiato. La cavalleria di Annibale, sulle due ali all'attacco e due grosse falangi nemiche alle nostre spalle. Eravamo in un buco, eravamo in una sacca accerchiati la fanteria davanti attaccava, la cavalleria aveva tagliato la strada alla nostra e la stava annientandole falangi che erano comparse dal nulla stavano completando l'accerchiamento. Non avevamo più nessuna via d'uscita se non combattere.
Era una carneficina, erano troppo serrati, occorreva allargarsi, non si riuscivano ad usare le lance, i gladii erano inutili i cartaginesi li infilzavano uno dopo l'altro, stavano arrivando verso di lui, due davanti, un altro sulla destra due suoi compagni al suo fianco erano già caduti, lui aveva colpito alla destra, ma poi una lancia gli stava arrivando contro, non sarebbe riuscito ad evitarla, la vedeva arrivare, a rallentatore, contro il suo corpo verso il torace o il collo.

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