lunedì 26 aprile 2010

Globalizzazione

Ripensando al post precedente dove un mio caro amico si chiedeva se la globalizzazione fosse un bene.
Ma cosa è la globalizzazione oggi, mi verrebbe di pensare che non sia proprio una bella cosa. Soprattutto se si guarda cosa rappresenta, è un sinonimo, è uguale a sopruso di chi ha i soldi nei confronti di chi non ne ha, è uguale a livellamento, della cultura intesa come conoscenza in qualsiasi campo, ma sempre che riguarda coloro che hanno più bisogno, è più facile produrre beni a poco prezzo di bassa qualità che soddisfano i bisogni di più persone che così sono più contente. Però la diversità di certe colture, la biodiversità, ma anche i prodotti naturali o locali, con la globalizzazione ci perdono. Dalle qualità di mais, alle qualità di mele, ma anche l'estinzione di mestieri che ormai non valgono più la pena di essere esercitati, in quanto si fa prima e costa meno comprare un bene piuttosto che farlo riparare, ed è sempre nuovo ed è sempre alla moda.
E' difficile trovare casi di contro globalizzazione effettiva, sì, ci sono le "insegne" DOC, DOP, le coltivazioni e le produzioni locali.
Ma anche la gente è globalizzata, basta vedere le tecnologie sempre più sofisticate, computer, internet, Facebook, Skype, la tecnologia che avvicina, ma che distrugge in effetti la cultura locale, anche se c'è chi cerca di mantenerla viva, inesorabile si va verso un appiattimento, anche se si mantengono i dialetti e le nicchie culturali.
Sempre la gente vive sempre più in modo insufficiente, non sviluppa, non sfrutta ciò che di buono dà in effetti la globalizzazione, ma vincono la TV spazzatura, il cellulare ultimo modello usato sempre meno come cellulare, la vanga abbandonata, come la macchina da scrivere, lasciano il posto molto spesso a disoccupazione e sotto cultura, violenza e soprusi.
Quando invece la globalizzazione dovrebbe alzare il livello di benessere in tutto il mondo, risolvendo, ma per davvero i problemi di tutti, sia del mondo occidentale che del cosiddetto "terzo mondo".
Mentre invece sempre più il livellamento è verso il basso, ci sono sempre più poveri, e sempre più grandi ricchi... ma anche quello che è la cultura, la cosa più importante che ha tutta l'umanità, viene relegata in un posto di subordine, perché nemmeno chi ha i soldi è interessato alla cultura, se non in funzione di quanto lo può fare diventare ancora più ricco. Mentre il povero non ha tempo di conoscere, e se anche ce l'avesse non ne ha il bisogno in quanto non è abituato, e perde quel poco di cultura che gli resta, vivendo nell'ignoranza al quale è costretto.
Tempo fa mi è venuta una constatazione: la geografia, quanti possono dire di conoscere i fiumi, i paesi della propria regione, quanti sanno dove si trova l'isola di Capraia, o la città di Enna, o la strada che si deve fare da Lugano a Padova, e che città si incontrano lungo la strada. Non credo di essere una cima in geografia, ma solo che mi interessa sapere dove vivo... qui sulla Terra. Ma mi rendo conto che ci sono tantissime persone che, vuoi per difficoltà di orientamento o proprio per ignoranza scolastica non sa nemmeno cos'ha intorno a casa, o quali siano i punti cardinali e come riconoscerli... non serve per mangiare d'accordo, ma serve per tenere la mente viva, come tante piccole cose.
Sì, perché se non si tiene viva la mente, anche grazie a chi ci vuole costringere ad un certo tipo di globalizzazione, saremo sempre vittime, dei ricchi oggi che siamo ancora giovani (o relativamente giovani) poi saremo vittime del nostro corpo, e non serviranno le staminali per curare i morbi della mente.
Credo di essermi risposto su cosa è la globalizzazione, ma la globalizzazione ce la dobbiamo creare non la dobbiamo subire.

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