martedì 16 febbraio 2010

La vendetta di Gheddafi

Libia chiusa ai cittadini europei dell’area Schengen, decine i respinti

ANSA/RED
KEYSTONE Visto?

Tripoli/Bruxelles – La Libia chiude le frontiere ai cittadini Schengen e la bagarre diplomatica tra Tripoli e Berna, dopo venti mesi di tensione e ritorsioni (con due cittadini svizzeri ancora ostaggi di fatto in Libia), finisce per investire tutta Europa.

La reazione delle autorità libiche – che hanno sospeso la concessione di nuovi visti di ingresso ai cittadini dei Paesi Schengen, nonché la validità dei visti già rilasciati – è arrivata all’indomani della notizia di una black list stilata dalla Svizzera con i nomi di 188 personalità libiche, tra cui lo stesso Muammar Gheddafi, dichiarate “non gradite” nel Paese elvetico.

Pronta la reazione di Tripoli, ultimo atto di una “guerra diplomatica” iniziata nel luglio del 2008, quando il figlio di Gheddafi, Hannibal, e sua moglie, furono fermati dalle autorità svizzere per una denuncia di maltrattamenti da parte di due domestici: con la circolare fatta diffondere dal primo ministro libico Al Bagdadi Ali Al Mahmoudi, si vieta di fatto l’ingresso nel Paese di tutti i cittadini dell’Ue, accusata da Tripoli di spalleggiare la Svizzera.

Durissima la reazione della Commissione europea, che ha “deplorato” la reazione “unilaterale e sproporzionata” delle autorità libiche. Lo ha affermato, in una nota, il commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom.

La Commissione, ha ancora dichiarato Malmstrom, si rammarica che “a viaggiatori che avevano legalmente ottenuto dei visti prima della misura di sospensione della loro concessione sia stato negato l'ingresso al loro arrivo in Libia”. La Commissione europea, i paesi Ue e quelli che fanno parte dell'area Schengen, discuteranno entro questa settimana, nell'ambito del “gruppo Visti”, della decisione delle autorità libiche e valuteranno “una reazione appropriata”.

Mentre da Roma – che pure ha augurato un ripensamento da parte del colonnello Gheddafi – il ministro degli Esteri Franco Frattini ha esortato Berna alla “prudenza” con toni molto critici: «La decisione della Svizzera prende in ostaggio tutti i Paesi dell’area Schengen», ha accusato il titolare della Farnesina, osservando che nella black list ci sono “non pericolosi ricercati o terroristi” ma “addirittura Gheddafi e il mio amico ministro degli Esteri”.

Nel frattempo la situazione allo scalo internazionale di Tripoli è di estremo caos, con centinaia di europei bloccati per ore in aeroporto e “respingimenti” che vanno avanti da domenica sera.

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