martedì 31 maggio 2011

Ma la Crisi Economica c'è ancora?

la crisi economica persiste, lo si legge nei giornali, mascherata da crisi regionali, da Euro in ribasso, da economie sempre più sommerse. Statu Uniti in testa, seguiti da Unione Europea e da tutti gli stati che nel bene e nel male dipendo gioco forza dall'occidente.
La crisi degli stati africani e medio orientali ne è la riprova, come la crisi di Grecia, Irlanda, ma anche Portogallo e Spagna, sono il sintomo di una sua permanenza oltre i tempi detti dai mass media. I "Grandi" del potere dicono che non è vero che stiamo vivendo ancora la crisi del 2008-2009, ma ce l'abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
Gli Stati Uniti, benché abbiano risolto tanti problemi non hanno diminuito il numero dei disoccupati, certo non è aumentato di molto il loro numero ultimamente, ma la povertà anche negli States è aumentata, e il fatto che ci siano tanti americani nel profondo sud che vive al di sotto di questa soglia certo non conforta, anche negli Stati Uniti c'è il terzo mondo.
Il fenomeno delle rivolte per il pane, in nord Africa e in medio oriente nasce appunto dal fatto che i popoli sono affamati (non la classe dirigente, pagata in larga parte dal mondo occidentale), la loro unica voce è quella del popolo, è certamente una voce grossa, ma spesso inascoltata, non si creda che in Tunisia ed Egitto si sia risolto tutto con la cacciata dei loro leader, sono ancora in sommovimento, con meno violenza, ma sono in attesa sono in attesa del loro pane, e intanto tanti cercano la fortuna in Europa, che non sta poi tanto meglio.
La Grecia, uno degli anelli deboli dell'Unione Europea, era già in crisi nel 2008, la crisi finanziaria l'affossata, il sistema per recuperarla l'ha ancora più affossata e lo stesso potrebbe capitare al Portogallo, che già prima aveva un'economia molto ribassata, anche se non con una corruzione grave come in Grecia. Fra queste c'è anche l'Italia, checché ne dica Il governo, la corruzione della classe politica e il clientelismo non sono mai stati così in alto, forse anche l'evasione fiscale gioca un ruolo importante. Di certo sono situazioni che si ripercuoteranno su chi prenderà il posto dell'attuale governo. Il nuovo governo se vuole rimettere le cose a posto diventerà impopolare come succede in Grecia, o in Spagna, perché saranno sempre i cittadini che dovranno stringere la cinghia, i miliardi di Euro rubati da Berlusconi e i suoi compari non torneranno agli italiani e certamente si scopriranno debiti e disavanzi allucinanti. Ma forse ci siamo abituati.

Sarebbe davvero una buona notizia che sia cominciata la fine del berlusconismo, solo che si devono fare dei cambiamenti nella politica, ci devono essere delle modifiche nel pensare ai cittadini, anche ieri la voce elettorale è stata forte, il popolo c'è e io continuo a ripetere che i politici dovrebbero essere i rappresentanti del popolo e devono governare per il popolo, non con le tasche del popolo e i ventri pieni dei politici.

Vale per l'Italia, ma anche per ogni nazione, oggi più che mai, per superare la crisi finanziaria davvero, bisogna dare di più, ma anche ricevere tanto di più, non basta che lo Stato pretenda per le sue Feste, occorre dare davvero ai cittadini che hanno bisogno di tutto. Non dico che i cittadini debbano essere pagati per restare a casa da lavoro, ma di lavoro non ce n'è, se si favoriscono le attività, ma legalmente, solo quello darebbe già un movimento all'economia, tenere i prezzi bassi per i generi di primo consumo sarebbe già un'altra conquista, ma non solo.

La politica dovrebbe diventare lo sguardo verso il futuro, un futuro positivo, dove non si diventa ricchi di politica, ma si fa diventare ricco un popolo. Sia di cultura che di benessere.
Eppure dico io se un popolo sta bene, se non si lamenta, forse la politica sta facendo un buon lavoro.

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