martedì 29 marzo 2011

Steiner, il fascino di un'altra Svizzera

(di Eleonora Attolico)

Losanna celebra con una grande mostra antologica il fotoreporter svizzero. Che seppe immortalare, tra gli anni Trenta e i Sessanta, i mutamenti del costume e della moda, ma anche l'ansia della guerra, in una Svizzera lontana dai cliché

Si intitola 'Cronaca della vita moderna" la grande mostra che Losanna, e il suo Museo dell'Elysée, dedicano al grande fotografo svizzero Hans Steiner (1907-1962). I suoi scatti, da circoscrivere tra gli anni Trenta e Sessanta, raccontano l'evoluzione del costume, la vita quotidiana, lo sport, i trasporti, il mondo delle fabbriche. Sono immagini che parlano, più di tanti trattati di sociologia.

Steiner nasce a Berna e comincia ad interessarsi di fotografia alla fine degli anni Venti, pur lavorando prima da un notaio poi come rappresentante di mobili per una fabbrica di Davos. La svolta arriva quando viene assunto in un negozio di fotografia dove riesce ad approfondire soprattutto la tecnica di sviluppo in laboratorio. E' un autodidatta ma riesce in meno di un decennio, a diventare collaboratore di giornali e riviste come il settimanale 'Schweizer Illustrate Zeitung'.

Durante la guerra è il fotografo ufficiale del Generale Henri Guisan, comandante in capo dell'esercito svizzero, un eroe nazionale. Guisan, infatti, quando la Confederazione Elvetica viene accerchiata dalle potenze dell'Asse, teorizza la strategia del "Ridotto Nazionale", ovvero ripiegare le truppe all'interno dell'arco alpino in caso di invasione. Dal 1939 al 1945, Hans Steiner è sotto le armi come tenente nella protezione aerea. L'esperienza gli rimane dentro: lo testimoniano scatti straordinari come quella di un soldato della protezione antiaerea, con la maschera antigas, in servizio di allerta contro la radioattività.

Steiner stupisce per la precisione della tecnica e per la scelta dei soggetti. Ci racconta una Svizzera diversa dai cliché: non ci sono mucche al pascolo ma donne che si abbronzano in piscina, ragazzi che scalano le montagne, un radiocronista, una donna elegante che fuma una sigaretta. Fu tra i primi ad immortalare una società in evoluzione sempre più votata al consumismo. Fece, ad esempio, un reportage pubblicitario per le automobili Opel.
Era un amante dello sport e delle imprese straordinarie, come ad esempio il record in aliante dell'aviatore Fritz Schreiber, lo sci, le guide alpine, ma non disdegnava la fotografia di moda. Colpiscono anche le sue foto dei bambini. Cercava sempre di scattare mettendosi alla loro altezza, così da farli divertire e renderli naturali davanti all'obbiettivo, come si può notare dal ritratto del figlio Jurg sugli sci. Inoltre fu anche un grande reporter di esteri: in mostra ci sono scatti dalla Palestina, da Israele e dall'India.

1 commento:

  1. ..ciao visto l'ora tarda ti lascio solo un salutino della buonanotte..da tanto non passavo qui...magari ripasseò e lascerò un commento.
    Cris

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