domenica 27 febbraio 2011

E' ufficiale vogliono cancellare la scuola Pubblica

Il lato oscuro della Riforma. La scuola pubblica contro la famiglia. Di più: i genitori ‘costretti’ a mandare i propri figli negli istituti statali. E poi gli insegnanti, che ‘inculcano’ valori diversi, contrari, sbagliati. E che – insieme a comunisti e gay – impediscono al Paese di migliorare. Di andare avanti. Di uscire dalla crisi. L’intervento di Silvio Berlusconi al congresso dei Cristiano Riformisti innesta una lunga serie di reazioni a catena. Sdegnate. Tra cui quella degli studenti italiani. Che non le mandano a dire: “Il presidente del Consiglio ha ufficializzato l’idea del Governo, dimostrando che l’opera dei ministri Gelmini e Tremonti non era di riforma. Ma di cancellazione e distruzione della scuola e dell’università pubblica”.

Nuove proteste in cantiere. La posizione è della Rete degli Studenti Medi. Che accusa l’esecutivo di voler “finanziare i privati, aumentare i costi per andare a scuola”. E così facendo “rendere impossibile per tutti gli studenti accedere alle conoscenze”. Indottrinamento e pensiero unico. Canoni di una politica della conoscenza i cui effetti saranno “una dispersione scolastica altissima e cittadini sempre più ignoranti”. Poi l’annuncio di nuove proteste. “La Rete degli studenti medi non può sopportare di vedere la scuola pubblica, ridotta a cumuli di macerie e polvere. Siamo pronti a continuare il nostro percorso di lotte e proteste per fermare la deriva populista e antidemocratica che vede al centro del mirino la distruzione della scuola e continui insulti per coloro che la difendono, ci lavorano, ci vivono e ci credono”.

Partigiani della conoscenza. Nella discussione interviene anche la Federazione degli Studenti, che utilizza le dichiarazioni di Berlusconi per analizzare “il disegno della destra”. Ovvero: “dequalificare l’istruzione pubblica non solo economicamente, ma anche con attacchi mediatici che sviliscono il lavoro dei nostri insegnanti”. Poi, la propria carta d’identità. Segni particolari: “Non siamo pericolosi comunisti, ci definiamo Partigiani della Conoscenza e del sapere pubblico. Perché crediamo nella scuola pubblica, nello spirito sancito dalla nostra Costituzione”.


Ecco questo era un intervento che ho trovato su Repubblicaonline, in riferimento a ciò che sta succedendo oggi in Italia, il governo e in fin dei conti la classe dirigente attuale vogliono una massa di giovani ignorante, da poter controllare, senza che possano ribattere, schiavi delle televisioni dello psiconano, schiavi delle sue puttane (non solo donne)... sarebbe da dire ribelliamoci subito a uest situazione, Egitto, Libia e Tunisia insegnano

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