giovedì 21 ottobre 2010

Dove va l'economia, dove vanno i cittadini


Cosa sta succedendo nella nostra vecchia Europa, la classe dirigente sta dando i numeri, o semplicemente sta uccidendo la possibilità di emergere da parte dei giovani. Sembra quasi una guerra tra i matusa che non vogliono ritirarsi dalla vita pubblica e i giovani che non riescono ad entrarci.

Che i politici ne abbiano combinate talmente tante da non voler mettere al corrente il resto del popolo a conoscenza delle loro malefatte, o è la sete esasperata di potere, sta di fatto che tra tagli, crisi economiche, innalzamento dell'età per la pensione, ma anche tagli nella scuola e nella ricerca, la disoccupazione giovanile, ed ora in Italia la DIMINUZIONE dell'età della scuola obbligatoria.

Cosa significa, che invece di innalzarla a diciotto anni anni come sarebbe auspicabile, per avere almeno una nuova generazione con un po' più di cultura, si sbattono ragazzi adolescenti in mezzo alla strada, senza un lavoro e senza un futuro, dato che nessuno assume un quindicenne senza esperienza se ha un sessantenne che deve fare ancora 5 anni per raggiungere la pensione e ha tutta una vita di esperienza.

Così la fascia dei disoccupati si allarga a dismisura, coprendo una fascia che va dai quindici anni ai trenta con punte anche ai quaranta, quarantacinque anni, è inaudito, che poi non si riesca a lasciare andare in pensione persone che hanno lavorato tutta la vita, magari come operai in lavori pesanti, che ormai a sessantanni non sopportano comunque più il fatto di fare un lavoro, mentre ci sono giovani e non più giovanissimi che non riescono a trovare un lavoro.

In Italia, già il ministro Gelmini ha stravolto la scuola riducendo le attività, gli insegnanti, addirittura volendo eliminare materie importanti per la cultura dei giovani, ora addirittura vuole abbassare l'età della scuola obbligatoria riportandola ai livelli di vent'anni fa, quindi tornando ad un metodo vecchio e ingiusto, arriverà ad innalzare le tasse scolastiche sicuramente, perché la scuola deve essere solo per un'élite, solo chi se lo può permettere può farsi una cultura. E' questo che si vuole, la meritocrazia del denaro, solo questa è la soluzione?

Si ritornerà ai numeri chiusi delle Università, dove solo chi ha la possibilità di pagarsi rette inverosimili potrà studiare e diventare dottore, ovvero la Gelmini cerca di ricostituire quella casta che una volta governava il paese, escludendo i “comunisti” dalla cultura, si credo sia questo il tentativo di tutto questo, costringendo ai margini i giovani “proletari” che non possono permettesi un'istruzione. Sarebbe davvero il male personificato.

In Francia, ma così è la linea anche di tutta l'Europa, si aumenta l'età per andare in pensione credendo che così facendosi possano ristabilire i conti delle casse pensionistiche, ma, e questo vale anche per l'Italia e tutti gli altri paesi, chi è che riempie le casse delle pensioni, i giovani lavoratori, che fanno versare ai propri datori la quota che va a pagare le pensioni. Per ciò se ai giovani disoccupati si danno anche i sussidi statali e si pagano le pensioni a chi finisce di lavorare, qualcosa forse non va.... Se invece si fanno lavorare i giovani si pagherebbero meno sussidi di disoccupazione, ma resterebbero più soldi per le pensioni... credo che non sia una teoria del tutto sballata... oppure no.

In Gran Bretagna, (ma i tagli li fanno ovunque) propongono tagli nei posti pubblici, cinquecentomila posti, ma quanti sono i dipendenti pubblici di sua Maestà, forse hanno ragione a tagliare, ma certo eliminare così tanti posti di lavoro non è che sia una cosa ragionevole, vuol dire che alche lì il sistema burocratico è in qualche modo bacato, deve essere ridimensionato, però sono cose da fare un po' alla volta, così si crea solo malessere nella gente. Cinquecento mila persone vuol dire quasi cinquecentomila famiglie che si troveranno a dover sbarcare il lunario in altro modo, vuol dire mettere in crisi un sistema di due forse tre milioni di cittadini, e per conseguenza coloro che stanno attorno a loro, forse si rischia di mettere a repentaglio l'economia di circa dieci, quindici milioni di persone, o forse anche di più. Certamente diminuire le spese per le Forze Armate è una gran cosa, ma non si può pensare di farlo dall'oggi al domani. Stati come La Gran Bretagna, come l'Italia, come la Germania e gli Stati Uniti che si sono impegnati in guerre assurde in giro per il mondo negli ultimi dieci anni hanno consumato un'incredibile quantità di denaro per niente, per ritrovarsi ora in casa con problemi economici immensi.

Quanti anni ci vorranno per rimettere le cose a posto. Quante persone dovranno pagare per gli errori dei nostri politici.

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