La presenza del lupo è ormai certa in diverse regioni svizzere e ha sollevato accese discussioni in questi ultimi tempi, soprattutto in seguito al gran numero di ovini predato e alle autorizzazioni di abbattimento rilasciate da alcuni Cantoni. Reinhard Schnidrig, capo della sezione Caccia, fauna selvatica e biodiversità nel bosco dell'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) spiega i motivi alla base dell'aumento degli incidenti e illustra la posizione dell'UFAM.
Le notizie di lupi che predano ovini sono sempre più numerose in questi ultimi tempi? Perché?
La specie si sta diffondendo nel nostro Paese. Inoltre, aumentano anche le regioni in cui si riscontra un numero crescente di lupi. Nel Canton Vallese, nei Grigioni e in Ticino il lupo è ormai di casa da molti anni. Il versante Nord delle Alpi è stato popolato tre anni or sono e recentemente abbiamo ottenuto la prova della presenza di due esemplari della specie nella Svizzera centrale. Inoltre, nella Valle d'Aosta, ai confini con il Canton Vallese, due anni fa si è formato un branco che si sta ora riproducendo. I giovani lupi vanno poi alla ricerca di un territorio nuovo e di cibo. Gli alpeggi svizzeri ospitano ogni estate 250 000 pecore che senza una protezione adeguata diventano facile preda dei lupi. La fauna selvatica rimane comunque la fonte di cibo principale del lupo.
Per quale motivo il lupo uccide spesso più di una pecora alla volta, benché non possa divorarne più di una sola?
La strategia venatoria del lupo si basa sul fatto che deve nutrire un branco intero e la specie si ciba anche di carcasse. Un lupo attacca tutto ciò che è alla sua portata. Per sottrarsi al nemico, la fauna selvatica ha sviluppato una serie di strategie che applica con molto successo (ad es. rifugiandosi rapidamente fra le rocce). Il lupo riesce in genere a predare un solo animale alla volta consentendo agli altri di dileguarsi. Le pecore non reagiscono nello stesso modo e, in assenza di una protezione adeguata da parte dei cani pastori, cadono facilmente vittime del lupo.
Quanti sono i lupi presenti sul territorio nazionale?
È una domanda alla quale non possiamo rispondere con certezza. Dal responso ottenuto dalle analisi genetiche effettuate, possiamo dare per certa la presenza di almeno 12 lupi, ma pensiamo che ve ne siano altri 5 o 6. I singoli individui, in prevalenza si tratta di giovani maschi, sono giunti in Svizzera nel corso degli ultimi dieci anni e provengono dall'Italia o dalla Francia.
Quanti lupi può accogliere un Paese così densamente popolato come la Svizzera?
È difficile dirlo. Esistono due tipi di densità: una possibile in termini ecologici e l'altra accettata in termini sociopolitici. Quest'ultima è più importante, anche se minore. Detto in altri termini: in Svizzera vi è più cibo per lupi di quanto sia disposta ad ammettere la popolazione interessata. Detto questo, è evidente dove bisogna intervenire per proteggere con efficacia il lupo: le popolazioni delle regioni alpine devono ottenere il sostegno e il tempo necessario per imparare a convivere con il lupo. Ciò implica che le autorità elaborino un buon programma di protezione delle greggi e una strategia di protezione pragmatica, in cui sia ammesso anche l'abbattimento, di tanto in tanto, di un lupo che provoca notevoli danni.
Si è già formato un primo branco?
Vi sono alcuni indizi in tal senso. Sappiamo che la Val d'Illiez ospita ormai da tre anni una lupa e, secondo alcune osservazioni, sappiamo che non ha trascorso l'inverno da sola. I danni straordinariamente elevati registrati nella regione come pure gli attacchi periodici notturni e diurni lasciano supporre che nella valle si aggirino alcuni lupi. Se così fosse, sarebbe il primo branco di lupi svizzero. I branchi presenti nell'Europa centrale sono più piccoli rispetto a quelli che vivono in Siberia o nel Nord America. Da noi sono composti per lo più da una famiglia, ovvero da una coppia con i relativi cuccioli, in tutto da quattro a sei individui.
Cosa significa?
Significa che la popolazione di lupi sta consolidando la sua presenza nel nostro Paese. È una notizia positiva dal punto di vista della tutela della natura, poiché si tratta di una specie protetta. Per contro, veniamo confrontati con una nuova situazione per quanto riguarda l'aspetto della protezione delle greggi. Il branco è infatti molto abile nella caccia. Le greggi non protette possono subire danni anche gravi. Dalle esperienze acquisite in Italia e in Francia sappiamo tuttavia che i danni diminuiscono nel momento in cui si forma un branco, a condizione che siano protette in modo efficace tutte le greggi. In tal caso, i lupi cacciano la fauna selvatica e, al contempo, difendono il loro territorio dagli altri lupi. Poiché da noi la diffusione del lupo è ancora agli inizi abbiamo tutto il tempo per prepararci.
Un lupo e, soprattutto, un branco di lupi costituisce un pericolo per l'uomo?
No. Il lupo non è necessariamente un animale timido, ma vive nascosto. In genere, evita il contatto con l'uomo. Ciò è da ricondurre al fatto che in Europa la specie è stata sistematicamente perseguitata per secoli. La necessità di evitare l'uomo è stata tramandata da una generazione all'altra ed è entrata nel comportamento collettivo della specie. I lupi dell'Europa centrale riescono infatti a sopravvivere molto bene nel paesaggio rurale antropizzato, altrimenti la loro estinzione sarebbe già avvenuta da tempo. Invito coloro che nel corso di un'escursione hanno l'occasione di avvistare un lupo ad apprezzare un momento così raro.
La Strategia Lupo è sufficiente per regolare la gestione della specie in Svizzera? Vi sono associazioni ambientaliste che criticano tale strategia a causa dell'autorizzazione ad abbattere singoli capi, come è avvenuto recentemente nei Cantoni Lucerna e Vallese?
La Strategia Lupo ha dato buoni risultati. Si sono rivelate particolarmente utili le modifiche introdotte nella primavera del 2008. Tali modifiche hanno accresciuto l'importanza della protezione delle greggi. Per autorizzare l'abbattimento di un lupo, la Confederazione tiene conto soltanto della predazione di animali da reddito per i quali sono state adottate misure di protezione delle greggi ragionevoli. Il lupo è un animale rigorosamente protetto a livello internazionale. Dobbiamo trovare delle vie per garantire tale protezione riducendo però al minimo i danni causati alla predazione degli animali da reddito. La Strategia Lupo fornisce le basi per realizzare questo obiettivo.
Quali sono i compiti della commissione intercantonale citata nella Strategia Lupo?
Quando un lupo causa molti danni, la situazione viene valutata dalla Commissione Intercantonale (CIC), in cui siedo, come rappresentante della Confederazione, insieme agli ispettori della caccia di tutti i Cantoni appartenenti a un'area di gestione del grande predatore. Se un lupo preda nel giro di un mese 25 pecore o 35 animali da reddito nel corso di una stagione, ci si deve chiedere se non sia il caso di abbattere tale animale. Il CIC invia una raccomandazione al Cantone, il quale autorizza poi l'abbattimento.
La Strategia Lupo attribuisce particolare importanza alla protezione delle greggi. Per quale motivo?
L'esperienza acquisita in questi ultimi anni mostra che l'adozione di misure di protezione delle greggi permette di contenere significativamente i danni. L'impiego di cani da pastore particolarmente istruiti, di recinti elettrici, di pastori che accompagnano le greggi e la conduzione delle pecore in un recinto o in una stalla per la notte sono provvedimenti abbastanza efficaci. L'introduzione di tali misure è sostenuta in termini finanziari e organizzativi dalla Confederazione. Tuttavia, il rischio zero non esiste nemmeno in caso di adozione dei provvedimenti di protezione più efficaci. A determinate condizioni, il lupo può attaccare anche un gregge ben protetto, ad esempio durante giornate di nebbia o quando i cani sono spaventati dal rumore dei fuochi d'artificio, come è stato il caso nel Canton Vallese durante la notte del 1° agosto.
Quanto occorre proteggere le greggi?
In linea di massima chiediamo ai proprietari di cooperare come minimo con il programma di protezione delle greggi Agridea sostenuto dalla Confederazione. Occorre valutare di caso in caso quali siano le misure ragionevoli. I collaboratori di Agridea compiono un sopralluogo per esaminare la situazione e valutare le misure possibili e adeguate.Vi sono alpeggi dove è ragionevole ricorrere ai pastori e alla stabulazione notturna o usare i recinti, vi sono invece alpeggi in cui il provvedimento più importante è costituito dall'utilizzo di cani da pastore.
I cani da pastore rappresentano un pericolo per l'uomo o altri cani?
Sono pochissimi gli incidenti che negli ultimi anni hanno visto coinvolti cani da pastore, e la Svizzera conta pur sempre circa 150 cani attivi sul territorio. Negli ultimi cinque anni si sono registrati due o tre casi in cui è stato necessario allontanare i cani, in seguito a problemi verificatisi con escursionisti, con il gregge o con altri cani.
Vi sono raccomandazioni su come comportarsi quando si incontra un cane da pastore su un alpeggio?
In generale i cani da pastore non sono aggressivi, ma semplicemente molto attenti. Quando corrono incontro a un escursionista abbaiando forte non lo fanno per aggressività ma per svolgere il compito che gli è stato assegnato, ossia segnalare all'estraneo che vi è qualcuno che protegge il gregge. Per l'incontro con greggi protette valgono le regole comportamentali che si applicano anche per le mucche nutrici sugli alpeggi. In primo luogo si deve mantenere la calma, non provocare il cane con dei bastoni e tenere i propri cani al guinzaglio.
Gli asini costituiscono un'alternativa contro i lupi?
L'impiego di asini può offrire una certa protezione, soprattutto nelle valli e su piccoli pascoli, a causa del loro innato istinto gregario. Nutrirli costa poco poiché brucano l'erba e sono in grado di nutrirsi anche da soli in un gregge non sempre custodito. Nelle regioni di montagna, gli esperti in materia di protezione delle greggi sconsigliano tuttavia l'impiego di asini, poiché, soprattutto in presenza di un branco, si troverebbero in difficoltà.
Gli allevatori di pecore si dimostrano cooperativi?
Tutto sommato sì. Molti si sono resi conto che rinunciare alla protezione delle greggi significa la morte per molte, anzi troppe pecore. Per tale motivo, numerosi proprietari di pecore hanno iniziato a cambiare idea. Il lupo è ormai presente alle nostre latitudini ed entrerà sempre più a far parte del nostro patrimonio faunistico.
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