lunedì 9 marzo 2009

Tibet: Storia

(fonte wikipeda: Tibet)

La storia del Tibet e del suo popolo ha radici incerte, che forse risalgono alle tribù nomadi guerriere Qiang, attestate in zona nel II secolo a.C. Ma sino al VII secolo, non vi sono evidenze di presenza di un popolo politicamente compatto.

Numerose parti della regione furono unificate nel VII secolo dal re Songtsän Gampo. Nel XIII secolo, il Tibet divenne parte dell'Impero mongolo (Dinastia Yuan). Quattro secoli più tardi il Tibet fu incorporato nella Cina all'epoca della dinastia Qing.[2] La linea dei Dalai Lama fu stabilita nel 1578 e giunse al potere ai tempi del 5° Dalai Lama, Lozang Gyatso (1617-1682)[3]. Nel 1653, "Dalai Lama" divenne un titolo ufficiale e come tale riconosciuto dal potere Qing[4]. Fra il XVII secolo e il 1951, il Dalai Lama e i suoi collaboratori rappresentarono il potere politico, religioso e amministrativo dominante[2] sulla maggior parte del Tibet, operando dalla capitale tradizionale di Lhasa.

Nel 1912 il 13° Dalai Lama dichiarò unilateralmente la separazione del Tibet dalla Cina.[2] Dal 1912 al 1950, il Tibet guadagnò de facto l'indipendenza,[5] sebbene nessuna nazione riconoscesse il Tibet come Stato indipendente[6][7]. Nel 1951 la Repubblica Popolare di Cina obbligò il governo tibetano a firmare l'Accordo di 17 punti, reintegrando in tal modo il Tibet nello Stato cinese. Il Dalai Lama, capo del governo tibetano in esilio riteneva che per modernizzarlo, il Tibet dovesse rimanere parte della Cina, sebbene chiedesse al contempo alla Cina di fornire "una piena garanzia di salvaguardia della cultura tibetana". [8]

Il 13 marzo 2008 in Tibet divampò una forte protesta contro la politica del governo centrale cinese; numerosi monaci furono arrestati. Il governo cinese accusò direttamente il Dalai Lama di fomentare gli scontri che stavano divampando in tutto il paese. Secondo fonti tibetane in esilio i morti dovuti agli scontri durante le proteste sarebbero stati più di 100. Il 16 marzo il governo di Pechino oscurò YouTube ed espulse dal Paese la stampa estera e i turisti stranieri, attirandosi l'accusa di voler nascondere alla popolazione cinese la cruenta situazione in corso in Tibet. Sempre il 16 marzo, a L'Aia in Olanda, fu assaltata l'ambasciata cinese. I manifestanti chiesero la liberazione del Tibet e il boicottaggio della XXIX Olimpiade che si sarebbe svolta proprio in Cina. Alle 24 del 17 marzo 2008, scadde l'ultimatum del Governo Cinese ai manifestanti di consegnarsi alla polizia, il Governo Cinese dichiarò che i morti durante gli scontri sarebbero stati complessivamente 13.

(fonte wikipedia: Tibet)

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